Un’antica pratica di rinascita che ci invita a riconnetterci con le nostre acque interiori
Ogni anno, la notte del 23 giugno, si rinnova un gesto che attraversa i secoli,
le stagioni e il corpo delle donne: il rituale dell’Acqua di San Giovanni.
Un rito solare e lunare, nato nel grembo della terra e tramandato da mani semplici e sapienti, che oggi torna a parlarci di rinascita, ciclicità e memoria del corpo.
È molto più di una tradizione popolare.
È un invito a fermarsi e a riconoscere le soglie dentro e fuori di noi.
L’origine pagana e la radice femminile del rituale
Il rituale dell’Acqua di San Giovanni affonda le sue radici nei culti pagani del Solstizio d’Estate, quando il Sole è al suo apice e la Natura è in piena fioritura.
Con l’arrivo del cristianesimo, la festa è stata associata a San Giovanni Battista, figura legata all’acqua come elemento di purificazione. Ma le donne, anche dopo, hanno continuato a preparare acque rituali e a raccogliere fiori carichi di simbolismo, mantenendo vivo un linguaggio ancestrale fatto di intenzione, respiro e preghiera silenziosa.
È un rito profondamente femminile.
Un atto di connessione ciclica con la terra, la pelle e la luna.
Come si prepara l’Acqua di San Giovanni
Quando si prepara?
La sera del 23 giugno, prima del tramonto.
L’acqua va lasciata all’aperto, sotto le stelle e — se c’è — alla luce della luna.
🌼 Cosa ti serve?
Una ciotola ampia di vetro o ceramica
Acqua naturale (possibilmente di fonte o purificata)
Erbe e fiori raccolti con presenza e rispetto
🌿 Quali fiori ed erbe usare?
Scegli quelli che ti chiamano, ma tradizionalmente si usano:
Lavanda – protezione e rilassamento
Rosmarino – memoria e radicamento
Iperico (erba di San Giovanni) – purificazione e forza solare
Salvia – saggezza e guarigione femminile
Menta – freschezza e lucidità
Malva – dolcezza e accoglienza
Camomilla – calma e maternità
Puoi aggiungere anche petali di rosa, calendula, erba limoncina, fiordalisi o semplicemente fiori spontanei raccolti durante una passeggiata.
La cosa più importante è l’intenzione con cui li raccogli.
Lascia la ciotola fuori tutta la notte.
L’acqua si caricherà di energia, di luce e di rugiada.
La mattina del 24 giugno, usala per lavarti il viso, le mani, il cuore.
Come gesto di rinascita.
Come benedizione del tuo corpo.
Un’acqua che attraversa le stagioni… e le generazioni
L’Acqua di San Giovanni non è solo un’acqua “magica”.
È una soglia simbolica tra ciò che eri e ciò che puoi diventare.
Ogni fiore che raccogli porta con sé una memoria.
Ogni goccia d’acqua diventa un ponte tra passato e futuro.
Il gesto di immergere le mani, al mattino, è un modo per benedire la propria trasformazione.
Questo rituale agisce su tre livelli:
Fisico – il contatto con l’acqua risveglia il corpo e lo alleggerisce
Emotivo – la ritualità scioglie emozioni stagnanti e invita a lasciare andare
Energetico – la natura ci restituisce connessione, forza e nuova direzione

🎧 Meditazione guidata: “Le tre ciotole"
Per accompagnarti in questa soglia,
ho creato una meditazione guidata gratuita, disponibile nel mio podcast.Ti guiderò in un viaggio simbolico attraverso tre acque:
💧 l’acqua da lasciare
💧 l’acqua che ti ha nutrita
💧 l’acqua che puoi generare ora, con il tuo respiroÈ una pratica profonda, corporea, poetica.
Un atto di Rebirthing interiore.
Un respiro che ti riporta a casa.
In un mondo che brucia e corre,
fermarsi a raccogliere fiori e preparare un’acqua sacra
è un atto rivoluzionario.
Un ritorno al corpo.
Un ritorno alla terra.
Un ritorno a sé.
Il rito dell’Acqua di San Giovanni ci insegna a:
onorarci senza fare rumore
lasciar andare con grazia
scegliere cosa vogliamo fiorire dentro di noi